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BAGNOLI

Bagnoli è una frazione del comune italiano di Arcidosso, nella provincia di Grosseto, in Toscana.

Il paese sorge alle pendici occidentali del Monte Amiata, a 672 metri sul livello del mare, immerso tra i boschi di castagni che crescono sul versante della montagna. Il territorio è ricco di sorgenti d'acqua e qui si trova la cascata dell'Acqua d'Alto, alta 25 metri. Bagnoli dista circa 58 km da Grosseto e poco più di un chilometro dal capoluogo comunale.

L'insediamento di Bagnoli si è formato intorno alla chiesa romanica di Santa Mustiola, intorno al 1205, per poi svilupparsi ulteriormente espandendosi, a partire dal XVII secolo. Intorno al nucleo principale si sono andati a formare altri villaggi e borghi: Canali, Capannelle, Capenti, Case Nuove, Grappolini, Piane e Piane del Maturo. Bagnoli era famosa per la lavorazione della lana, arte in cui Arcidosso si era sempre distinto, possedendo uno dei più importanti lanifici della zona.
  • Pieve di Santa Mustiola, situata lungo la strada che dalla località Canali porta alle Capannelle, conserva ancora nonostante alcune ristrutturazioni l'originaria struttura romanica. Ricordata sin dal 1205, fu ampliata con il transetto nel 1885.]
  • Cappella della Natività, nota anche come cappella della Madonna del Presepe, è una piccola chiesetta padronale situata in località Canali. All'interno sono conservati un monumentale altare in trachite ed i sepolcri della famiglia Tassi. Sulla lunetta decorata della facciata è scolpita la data 1708.
  • Villa Origa, situato in località Canali, si trattava in origine di un vecchio mulino, poi trasformato nel 1908 in residenza della contessa Origa. Restaurata di recente, è caratterizzata dalla tipica torretta e dal colore rosso acceso, suo colore originario.
  • Lanificio dei Bagnoli, imponente edificio oggi in rovina, è un valido esempio di architettura industriale situato presso la frazione nelle vicinanze della cascata. Destinato alla lavorazione della lana e voluto dal deputato Isidoro Maggi, fu attivo a più riprese tra il 1875 e il 1930. Sotto al lanificio, presso il fosso della Mastormola, erano situate le cave di terra gialla, scavate per la produzione di vernici, con i mulini delle Rossine e della Sega, oggi ristrutturati. Il lanificio è stato poi adibito a magazzino della terra gialla, ed in seguito abbandonato.
  • Cascata dell'Acqua d'Alto, situata sopra il paese sotto al Sasso della Vettoraia, è alta 25 metri ed è stata per anni inattiva dopo che Siena ne aveva sottratto l'acqua, privando gli arcidossini della cascata e causando carenze di approvvigionamento idrico. È stata recentemente riaperta.

SALAIOLA

Salaiola è una frazione del comune italiano di Arcidosso, nella provincia di Grosseto, in Toscana.

Salaiola è situata a 740 m d'altitudine sul Monte Amiata, alle pendici del rilievo del Monte Aquilaia. Il paese dista dal capoluogo comunale circa 8 km e poco più di 55 km da Grosseto.

Salaiola sorge sui resti di un antico insediamento che esisteva già nel primo Medioevo, quello di Casal Roveta. Casal Roveta, insieme a Montoto e Talassa (da cui il nome Porta Talassese delle mura di Arcidosso) furono gli insediamenti che dettero vita nel corso del XII secolo al borgo di Arcidosso con la costruzione della rocca per conto degli Aldobrandeschi. Ciò che rimane del vecchio insediamento è la fattoria di Roveta, posta a sud-est del centro del borgo. Il toponimo Salaiola è di derivazione longobarda, e sta a significare "piccola sala". Nel 1863, nella piazzetta "salotto" del villaggio è stata costruita una chiesa, con parrocchia dipendente dalla pieve di Montelaterone. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, la frazione ha subito un grande diminuimento della popolazione residente.

  • Chiesa della Madonna, situata nella piazzetta principale, non è possibile risalire con certezza all'origine di questa chiesa. È possibile che l'edificio esistesse già nel XVIII secolo, tuttavia è sicuro che l'aspetto attuale è dovuto ad una radicale ristrutturazione del 1863, data posta sul tetto dell'edificio.[2]
  • Chiesa di San Girolamo a Roveta, chiesa ancora consacrata situata alla fattoria di Roveta, è ricordata dal Repetti come oratorio pubblico dipendente dalla parrocchia di Sant'Andrea, officiato da una compagnia laicale a partire dal 1787.
  • Fattoria di Roveta, situata a sud del centro di Salaiola, è ciò che rimane dell'antico insediamento di Casal Roveta.


SAN LORENZO

San Lorenzo è una frazione del comune italiano di Arcidosso, nella provincia di Grosseto, in Toscana.

La frazione di San Lorenzo è situata lungo la strada provinciale 160 Pian del Ballo, a metà strada tra i centri comunali di Arcidosso e Castel del Piano. Il borgo si sviluppa sopra un'altura, immerso tra i boschi di castagni, rispetto ad altre località che gli fanno da perimetro, come Case d'Orifile, Pino, Cappuccini e Palazzina. Dista circa 1,5 km dal capoluogo comunale e poche centinaia di metri da Castel del Piano.

  • Chiesa di San Lorenzo, situata al centro del paese, nascosta tra le abitazioni, è documentata a partire dal 1067 e si presenta a impianto romanico concluso da un'abside semicircolare. All'interno, nella parete dell'abside, è situato un affresco raffigurante il Miracolo del latte di san Bernardo di Chiaravalle ed i santi Sebastiano e Lorenzo.
  • Convento dei Cappuccini, situato in località Palazzina-Cappuccini, ai piedi del paese, è stato costruito tra il 1590 e il 1593 sul luogo chiamato Campo di Marte, dove arcidossini e casteldelpianesi si scontravano per le lotte di campanile, e comprende la chiesa di San Francesco, preceduta dal portico. La sua realizzazione fu affidata ai maestri Camillo di Bartolomeo di Arcidosso e Domenico da Chianciano.
  • Cappella di Merope Becchini, situata accanto al convento dei Cappuccini, è la cappella funeraria di Merope Becchini, figlia del sindaco di Arcidosso Giovanni Becchini, deceduta in giovane età. Costruita in stile neogotico su progetto di Lorenzo Porciatti nel 1902, l'interno è decorato dal pittore Giuseppe Corsini e vi sono custodite alcune statue, tra cui il monumento funebre in marmo, realizzate dallo scultore fiorentino Vincenzo Rosignoli. Sull'altare è posto un quadro, l'Assunzione di Merope Becchini, opera del pittore Galileo Chini.
  • Villa della Palazzina, elegante villa situata di fronte al convento dei Cappuccini, era di proprietà della famiglia Giovannini, oggi Banchini. È stata edificata nel 1620 e presenta rilevanti decorazioni dell'artista Pietro Amati

  • Grotta di Merlino, situata nei boschi di castagni presso il paese, si tratta di un antro che la tradizione vuole ricondurre a rifugio del celebre mago Merlino. Secondo un'altra leggenda sembra essere stata rifugio di un nobile guerriero etrusco. Gli storici pensano che in realtà la grotta sia stata il riparo di un ribelle fiorentino in fuga dagli Spagnoli, che diceva di essere uno stregone per tenere alla larga i curiosi, dando così vita alla leggenda.
  • Altare sacrificale di San Lorenzo, grossa pietra scolpita con una grande P, che significa 100. È probabilmente un forno medievale, ma le leggende dicono che si tratti di un altare sul quale furono segnati i sacrifici di cento animali.

ZANCONA

Zancona è una frazione del comune italiano di Arcidosso, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
La Zancona sorge in una valle situata sul versante settentrionale del Monte Labbro, uno dei rilievi montuosi che compongono il massiccio del Monte Amiata. La piccola valle è attraversata dal torrente Zancona, che lambisce il paese a sud, presso la chiesa.
Il borgo dista circa 58 km da Grosseto e poco più di 2 km dal capoluogo comunale.
La frazione, insieme all'adiacente Macchie, forma due nuclei di abitazioni montane di origine plurisecolare, centri importanti di contadini e taglialegna, che popolavano un'ampia vallata ai piedi del versante nord del Monte Labbro, sulle rive del torrente omonimo. Durante il periodo etrusco, la frazione era l'ultimo centro abitato al confine orientale del territorio sotto il dominio della città di Roselle. Sono infatti stati rinvenuti lungo il torrente reperti risalenti al IV secolo a.C. e una necropoli del III-II secolo a.C., ovvero un sepolcro a incinerazione caratterizzato dalla presenza di urne di arenaria e vasi cinerari su cui sono scritti i nomi dei defunti in etrusco. Secondo il glottologo Silvio Pieri il toponimo deriverebbe proprio dall'etrusco Senxunia.
Da sempre semplice appendice e villaggio alle dipendenze di Arcidosso, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo arrivò a Zancona il predicatore Baldassarre Audiberti, che lasciò la sua testimonianza erigendo due croci devozionali nella frazione, una in località La Croce, nella parte alta, e un'altra in località Case del Ponte, nella parte bassa nei pressi del torrente. Nel XIX secolo Zancona fu poi teatro dell'avventura mistica e sociale di David Lazzaretti, il profeta dell'Amiata, che dette origine alla comunità religiosa giurisdavidica. Il profeta trascorreva il suo tempo tra la gente di Zancona e Macchie, raccogliendo in questi luoghi numerosi adepti e discepoli. La quasi totalità dei sacerdoti giurisdavidici che seguirono al Lazzaretti, fino all'ultimo di essi, Turpino Chiappini (1925-2002), provenivano da Zancona: qui si trova infatti conservato l'archivio dei seguaci.[6][10]
Sul finire della Seconda guerra mondiale, i suoi territori subirono le razzie dei militari tedeschi in Italia, così come altre località dell'Amiata e del grossetano. A partire dagli anni ottanta, Zancona iniziò un processo di decadimento e spopolamento, con la chiusura di tutte le attività e le scuole elementari: lo stabile è stato ristrutturato e snaturato nel 2008. Alcune abitazioni oggi sono abbandonate, ed altre, soprattutto casali ottocenteschi e poderi, vengono affittati in estate a turisti stranieri, per la maggioranza tedeschi o olandesi.


  • Chiesa di Sant'Anna, situata nella parte bassa del paese, nelle vicinanze del torrente, si tratta di un piccolo edificio con facciata a capanna e campanile a vela, risalente alla prima metà del XIX secolo. Insieme alle chiese di Salaiola, San Lorenzo, Lamula, Bagnoli e le Fornaci, è dipendente dalle pievi di Arcidosso.
  • La chiesina, cappella nei pressi dell'omonimo podere, è situata sul poggio della Madonna in località Le Case, lungo la strada che porta alla Serra. Risalente al XVII secolo, è ricordata nel 1852 come proprietà della famiglia Fabbrazzoni, poi unitasi con i Borselli. Non è attualmente visitabile in quanto proprietà privata.
  • Croci di Baldassarre Audiberti: testimonianza del passaggio del religioso Baldassarre Audiberti, che ha eretto a Zancona nella prima metà del XIX secolo due croci devozionali, una in località La Crocina, nella parte alta, e un'altra in località Case del Ponte, nella parte bassa nei pressi del torrente.[7]
  • Lavatoi pubblici, vasche in pietra utilizzate in passato per l'abbeveramento e il lavaggio dei vestiari, se ne contano quattro in paese: uno alla Puscina, due nella parte centrale (via delle Scuole e via dei Pozzi) e un ultimo di fronte alla chiesa.
  • Riserva naturale Monte Labbro, vasta area di 616 ettari istituita nel 1998, comprende al suo interno sia il Parco faunistico del Monte Amiata che la vetta del Monte Labbro (1193 m), con la torre giurisdavidica e gli altri edifici legati alla memoria storica di Davide Lazzaretti. Poco distante dalla vetta è situato anche il centro tibetano di Merigar West, fondato da Namkhai Norbu nel 1981, dove sono situati il gompa, edificato nel 1990, e lo stūpa, che ha la funzione simbolica di conservare le reliquie del Buddha e rappresenta la via dell'illuminazione.[12]
  • Parco faunistico del Monte Amiata, ubicato nell'area del Monte Labbro, a sud-ovest della vetta del Monte Amiata, il parco è strutturato ispirandosi al modello dei Wild Park tedeschi, con percorsi che permettono l'osservazione delle varie specie nel totale rispetto di queste. All'interno di questa area naturalistica è possibile osservare numerose specie della fauna selvatica appenninica come il daino, il capriolo, il cervo, il muflone, il camoscio e il lupo.